Proprio oggi un telegiornale ha ricordato il Piano d'azione
2013-2015 sul gioco patologico,
mirante a valutare le misure più efficaci per contrastare la diffusione del
gioco d'azzardo patologico (Gap) e il fenomeno della dipendenza grave. Anni di
crisi, questi, che spingono a tentare di tutto per campare o realizzare il
sogno del benessere economico. Un incubo
travestito da sogno, però, quello del gioco d'azzardo. Vediamo perché.
Probabilità di vincita irrisorie e poco trasparenti
L'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane ha stabilito
che per ogni gioco le probabilità di vincita debbano essere espressamente
dichiarate, ma quelle che superano l'1% sono di importo pari a ripagare la
giocata. Col risultato che il giocatore ci riprova. Infatti le vincite massime
sono:
Megamiliardario: una su 1.672.000 biglietti
Turista per sempre: una su 2.880.000 biglietti
Win for life: una su 1.672.000 biglietti
Miliardario: una su 5.040.000 biglietti
Superenalotto: una su 622.614.630 biglietti
L'eredità: una su 7.500.000 biglietti.
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I Signori del gioco
Chi gestisce il gioco in Italia? Solo due società sono
italiane: Lottomatica, partecipata al 60% da De Agostini SpA, e Snai, a
partecipazione mista. Le altre appartengono ad azionisti con sedi estere
(Lussemburgo, Zurigo, Antille), per cui non
controllabili da un punto di vista finanziario.
Numerose Procure della Repubblica direzioni distrettuali
antimafia hanno svelato la presenza di "azionisti del gioco" quali i
Casalesi, i Santapaola, i Mancuso, i Lo Piccolo, gli Schiavone, e moltissimi
altri. La malavita agisce
soprattutto nel piazzamento delle slot, con la duplice intenzione di incassare
i ricavi e di utilizzarle per riciclare denaro sporco.
Saliamo su, perché c'entra anche lo Stato. Dati del 2001 dell'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane
quantificano in circa 80 miliardi di euro i proventi da gioco d'azzardo, più
altri 14 milioni dai giochi online (fonte: NetBetCasino.it e LivePartners). Recentemente,
in Senato, sono stati resi noti i nomi di politici che hanno ricevuto
finanziamenti a vario titolo da società che gestiscono il gioco d'azzardo, fra
cui l'ex premier Letta.
L'azzardo corre sul web
Allettanti bonus di ingresso, grafiche ipnotiche: i casinò
online promettono facili ricchezze e non risparmiano in pubblicità. L'ignaro
giocatore abbocca, per trovarsi a un tavolo da gioco virtuale in compagnia di
un software che non lo farà mai vincere (anzi, gli farà vincere quel tanto da
invogliarlo a proseguire) o a giocatori pagati dal sito che vedono le sue carte.
La vida es una tómbola
Tanto per citare il jingle di uno spot variopinto e festeggiante che
pubblicizzava una tombola online. Appunto, pubblicizzava. Pubblicizzare il gioco d'azzardo sì, e le sigarette no? Da pochi
giorni il divieto di pubblicizzare i giochi d'azzardo è entrato nell'ordine del
giorno di una delega sulla disciplina del gioco d'azzardo. Aspettiamo fiduciosi
che il governo Renzi prenda posizione in materia.